Itinerario trekking
Tipologia: trekking, mountainbike, e-bike
Difficoltà: media
Trekking: escursionistico
Ciclo escursionistico: con medie capacità tecniche
Lunghezza percorso: 8,5 km circa
Salita/Discesa: totale 260 m circa
Percorso: ad anello
Partenza/Arrivo: piazza centrale, chiesa Parrocchiale di Santa Lucia (via Castello)
Terreno: 30% asfalto 70% naturalistico
Tempo: 2 ore circa
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Itinerario mountain bike
Tipologia: bici da corsa, gravel, mountain bike, e-bike
Difficoltà ciclo escursionistico: con media capacità tecnica
Lunghezza percorso: 14,5 km circa
Salita/Discesa: totale 360 m circa
Percorso: ad anello
Partenza/Arrivo: piazza centrale, chiesa parrocchiale di Santa Lucia (via Castello)
Terreno: 100% asfalto
Tempo di percorrenza: 1 ora circa
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Itinerario trekking
La piazza centrale del paese è dominata scenograficamente dalla chiesa Parrocchiale di Santa Lucia (A), che ad una facciata imponente contrappone un interno particolarmente raccolto, ricco di testimonianze di secoli di devozione popolare. Entriamo e scopriamo sul muro a sinistra dell’altare maggiore due tele senza cornice: la prima raffigura la Vergine con Santa Maria Maddalena e Santa Caterina d’Alessandria, che reggono il lenzuolo in cui è rappresentato San Domenico De Soriano con accanto un confratello; la seconda presenta due Santi ed è firmata “Geovosius Rodes / Venetus Fecit / anno 1793″. A destra dell’altare maggiore, è invece collocato un grande ex voto con il paese investito da un cataclisma e salvato da Santa Lucia. Particolarmente prezioso è l’organo, costruito nel 1879 dalla casa organaria “Collino Padre e Figli” di Torino.
Sempre nella piazza centrale troviamo la Confraternita dei Disciplinati (B), situata a fianco della Chiesa di Santa Lucia. Circa l’epoca di costruzione non si hanno notizie certe, ma si presume che sia avvenuta tra il XV e XVI secolo. Certa è la data di un primo restauro, 1771, riportata sulla facciata, proprio al di sopra del portale. La chiesa è stata donata dalla parrocchia al Comune di Cissone nel 1984. Allora versava in pessime condizioni, con vasti crolli del tetto, delle volte e di parte delle murature perimetrali. Ne seguì un iniziale restauro, che trasformò la chiesa in un salone polivalente e spazio per mostre ed esposizioni. All’interno dell’ex Confraternita è conservata un’antica stele funeraria. Il ritrovamento di questa lapide romana nel locale del cimitero sembra confermare le origini romane del paese e presuppone che il nome del borgo derivi dal cognome romano Civicius o Civicionis. La lapide, in pietra arenaria e datata intorno al II secolo d.C., è un cippo funerario che il padre (Quinto Virio Valente) dedica al figlio (Quinto Virio Quieto), morto prima di lui.
Numerosi sono i piloni votivi (C) che troviamo lunga il percorso e che attestano la profonda fede di questa popolazione, alcuni dei quali saranno visibili lungo il nostro percorso.
- Pilone della Chiesetta. È il pilone più antico di Cissone ed anche il più bello. Forse ha quasi 500 anni. Sorge presso l’antica strada che da Cissone conduceva a Dogliani. È denominato Pilone della Chiesetta perché un tempo in quel luogo, c’era una piccola chiesa, di cui oggi non rimangono più tracce. Una signora cissonese ci ha narrato che, un tempo, a Cissone scoppiò la peste. Morì molta gente e, quando l’epidemia finì, la popolazione fece costruire questo pilone per ringraziamento.
- Pilone delle Case Nuove. “Presso casa mia c’è un antico pilone. Esso sorge vicinissimo alla strada.” (cit. Cissone: piccolo angolo di Langa, 2009). La data di costruzione è incisa sul pilone: 1791.
- Pilone di San Luigi. Il pilone è stato costruito nel 1700 circa ed è dedicato a San Luigi.
- Pilone di San Sebastiano. Un tempo, nel luogo dove ora c’è questo pilone, ne sorgeva un altro, alto circa tre metri, che fu abbattuto per costruire un portico. La statua di San Sebastiano, alta circa un metro, ha il volto, il torace ed un piede rovinati dalla pioggia e dalla neve. Le frecce, con le quali era stato colpito il santo, ora non ci sono più, sono rimasti solo i buchi. Questo pilone ed i due dei quali parleremo in seguito venivano usati per le Rogazioni, che erano celebrate il lunedì, il martedì e il mercoledì prima dell’Ascensione.
- Pilone di San Sebastiano Fenogli. La località Fenogli si trova vicinissima a Cissone. Il pilone è stato costruito nel 1930 circa. Prima, però, esisteva un altro pilone, il quale fu abbattuto per costruire una casa. Fu poi costruito quello attuale al posto di quello antico e forse fu eretto in memoria di una donna, morta sotto le macerie della sua abitazione.
- Pilone votivo “Cascina Vedove”. In mezzo ai campi, presso la frazione “Vedove”, ora disabitata, sorge un bel pilone dedicato alla Madonna, la cui statua è alta circa 50 cm. Pensiamo sia stato costruito nel 1700.
- Pilone votivo Cagnassotti. Questo pilone è l’ultimo dei tre piloni che servivano per le Rogazioni. È ancora abbastanza ben conservato. Vi si legge una data, probabilmente di un restauro: 1935. Dentro il pilone c’è la statua della Madonna con Gesù Bambino. Sul tetto, che è di pietre locali, c’è una bella croce di ferro battuto.
Continuiamo la nostra passeggiata verso il centro abitato di Cissone e raggiungiamo il punto tappa della Strada Romantica (D), posto nei pressi del peso pubblico su di una collinetta di conifere. Scendendo dal punto tappa della Strada Romantica visitiamo la chiesa cimiteriale della Natività di Maria vergine (E) situata in uno dei punti più panoramici del paese. Sul portale d’ingresso notiamo un monogramma in arenaria a ricordo del passaggio di San Bernardino da Siena, quando la chiesa era ancora dedicata a Santa Maria di Loreto. All’interno osserviamo l’altare in muratura, decorato a finto marmo con motivi floreali, e l’affresco quattrocentesco di Antonio Bianchetti da Cherasco, unico documento figurativo firmato dal pittore, popolare chiamato “Bianchet”.
Riprendiamo il nostro percorso svoltando a destra, percorriamo un tratto di circa 2 km su asfalto per raggiungere borgata Baudrà, dove la strada che diventa sterrata ci porterà a Serravalle delle Langhe, camminando sempre sul crinale della collina e godendo di un magnifico paesaggio coronato dalle vette frastagliate delle Alpi.
Il sentiero ci porta direttamente nella piazza centrale di Serravalle, dove troviamo la chiesa cimiteriale Maria Vergine Assunta (F) e, di fronte, la confraternita di San Michele. Dopo aver ammirato la maestosità dell’ippocastano monumentale che si trova nei giardini pubblici del paese, prendiamo la strada che porta al cimitero e scendiamo sulla strada provinciale per Cissone: qui svoltiamo a sinistra e dopo 200 m a destra per prendere la vecchia strada che portava a Dogliani (G), oggi utilizzata solo dai proprietari dei terreni, che ci riporta nella piazza centrale di Cissone.
Itinerario Mountain bike
La piazza centrale del paese è dominata scenograficamente dalla Chiesa parrocchiale di Santa Lucia (A), che, ad una facciata imponente, contrappone un interno particolarmente raccolto, ricco di testimonianze di secoli di devozione popolare. Entriamo e scopriamo sul muro a sinistra dell’altare maggiore due tele senza cornice: la prima raffigura la Vergine con Santa Maria Maddalena e Santa Caterina d’Alessandria, che reggono il lenzuolo in cui è rappresentato San Domenico De Soriano con accanto un confratello; la seconda presenta due Santi ed è firmata “Geovosius Rodes / Venetus Fecit / anno 1793″. A destra dell’altare maggiore, è invece collocato un grande ex voto con il paese investito da un cataclisma e salvato da Santa Lucia. Particolarmente prezioso è l’organo, costruito nel 1879 dalla casa organaria “Collino Padre e Figli” di Torino.
Sempre nella piazza centrale troviamo la Confraternita dei Disciplinati (B), situata a fianco della Chiesa di Santa Lucia. Circa l’epoca di costruzione non si hanno notizie certe, ma si presume che sia avvenuta tra il XV e XVI secolo. Certa è la data di un primo restauro, 1771, riportata sulla facciata, proprio al di sopra del portale. La chiesa è stata donata dalla parrocchia al Comune di Cissone nel 1984. Allora versava in pessime condizioni, con vasti crolli del tetto, delle volte e di parte delle murature perimetrali. Ne seguì un iniziale restauro, che trasformò la chiesa in un salone polivalente e spazio per mostre ed esposizioni. All’interno dell’ex Confraternita è conservata un’antica stele funeraria. Il ritrovamento di questa lapide romana nel locale del cimitero sembra confermare le origini romane del paese e presuppone che il nome del borgo derivi dal cognome romano Civicius o Civicionis. La lapide, in pietra arenaria e datata intorno al II secolo d.C., è un cippo funerario che il padre (Quinto Virio Valente) dedica al figlio (Quinto Virio Quieto), morto prima di lui.
Ad un chilometro e mezzo dalla parrocchiale, percorrendo strade tortuose e ripide, raggiungiamo la cappella di Pianezza (anche detta cappella della Madonna della Neve) (X). Non si è certi dell’epoca a cui la chiesa risale, tuttavia gli anziani del luogo ricordano che prima dell’alluvione, nel novembre 1994, dietro l’altare era ben visibile la data 1777, presunto anno di costruzione della cappella. All’interno troviamo un quadro del 1792, dedicato alla Vergine. In quello stesso anno nevicò il 5 agosto, e da allora la piccola chiesa è stata denominata cappella della Madonna della Neve.
Il nostro itinerario prosegue verso Serravalle Langhe. Questo paese si raccoglie intorno a una chiesa settecentesca, al palazzo comunale che fu dei Marchesi del Carretto, alla cappella medievale di San Michele (F), che conserva preziosi affreschi, alle sue contrade, al borgo, ai ricordi delle sue antiche botteghe, delle fiere, della vita contadina e ai suoi cascinali.
Continuiamo la nostra pedalata verso il centro abitato di Cissone e raggiungiamo il punto tappa della Strada Romantica (D), posto nei pressi del peso pubblico su di una collinetta di conifere.
Prima di tornare nella piazza principale di Cissone, visitiamo la chiesa cimiteriale della Natività di Maria Vergine (E), situata in uno dei punti più panoramici del paese. Sul portale d’ingresso notiamo un monogramma in arenaria a ricordo del passaggio di San Bernardino da Siena, quando la chiesa era ancora dedicata a Santa Maria di Loreto. All’interno osserviamo l’altare in muratura, decorato a finto marmo con motivi floreali, e l’affresco quattrocentesco di Antonio Bianchetti da Cherasco, unico documento figurativo firmato dal pittore, popolarmente chiamato “Bianchetto”.